Passa al contenuto

Campanile San Mercuriale

PIAZZA SAFFI, 17

Un colosso medievale che parla il linguaggio di Dante e della storia

A destra dell’Abbazia di San Mercuriale, tra i suoni della piazza e l’ombra delle botteghe, si innalza una struttura che da secoli non chiede attenzione, ma la impone: è il campanile romanico, alto 72,40 metri, costruito in stile lombardo e concluso nel 1180.

Isolato rispetto all’abbazia, svetta in verticale come un faro di pietra, visibile anche da chilometri di distanza. Ai tempi di Caterina Sforza, il suo profilo austero colpiva viandanti e pellegrini come un manifesto di potere, fede e resistenza: simbolo della Congregazione Vallombrosana, ordine benedettino riformato, nato nel 1039 per volontà di San Giovanni Gualberto.

La sua costruzione fu affidata a mastro Aliotto, come ricorda una piccola lapide latina murata sul lato verso piazza Saffi. Il progetto, attribuito a Francesco Deddi, rispetta in pieno i canoni dell’architettura romanica, ma si impone con una forza che va oltre il tempo.

Ma qui non c’è solo architettura. Alla base del pinnacolo, sul lato destro, si legge una lapide con versi danteschi:

la terra che fe’ già la lunga prova / e di Franceschi sanguinoso mucchio / sotto le branche verdi si ritrova

(Inf., Canto XXVII, vv. 43-45)

Dante ricorda così una delle pagine più cruente della storia forlivese: la battaglia del 1282, quando i ghibellini guidati da Guido da Montefeltro inflissero una dura sconfitta alle truppe francesi inviate dal papa. Quel “sanguinoso mucchio” restò nella memoria collettiva e nella Divina Commedia, sigillando il legame tra la città e la famiglia degli Ordelaffi, alleata storica dell’Impero.

Dal XIII secolo e per oltre un secolo, gli Ordelaffi dominarono Forlì, fino all’avvento della signoria dei Riario Sforza, segnando un’epoca di orgoglio comunale, strategie politiche e battaglie di potere.

Oggi il campanile è più che un elemento architettonico: è un testimone silenzioso di guerre, miracoli, versi immortali e lotte di libertà.

Zardin vi porta alla base di questa torre antica, dove la pietra racconta e la storia risuona.