Consorzio Solidarietà Sociale
VIA DANDOLO, 18
Un pezzo di storia nascosto tra le mura di Forlì
A pochi metri dalla celebre “rotonda inclinata”, in un’area oggi residenziale, sopravvivono le tracce di uno dei monasteri più estesi e antichi di Forlì: quello dedicato a Santa Chiara.
I primi documenti che ne attestano l’esistenza risalgono alla metà del Duecento. L’imponente complesso, che si estendeva per oltre 20.000 metri quadrati, fu come molti altri luoghi religiosi soppresso durante l’epoca napoleonica, privato delle sue ricchezze e venduto a privati. Tra questi, spicca il nome di Luigi Belli, noto per aver già acquisito e demolito altri edifici religiosi forlivesi.
Il destino del sito cambiò radicalmente: nei decenni successivi venne riconvertito più volte, diventando fabbrica di candele, poi molino a vapore, filanda di seta, impianto per la pilatura del riso, grande frigorifero per la produzione di ghiaccio, deposito per bombole di metano e persino magazzino per bibite.
Ma fu negli anni ’50 del Novecento che subì il colpo più drastico: la costruzione di Viale Italia tagliò in due quello che era il chiostro del monastero, segnando la definitiva trasformazione urbanistica dell’area.
Oggi, Zardin ti invita a guardare oltre l’asfalto: le mura di cinta ancora visibili, un piccolo parco con interesse archeologico, e i nomi delle strade vicine sono tutto ciò che resta a testimoniare un passato fatto di preghiera, lavoro e trasformazione.
Anche qui, dove la città sembra aver voltato pagina, la storia continua a parlare – se sai dove ascoltare.